Storie dei famosi

Alfredo Maiolese “La mia vita è stata costellata da segni del cielo”

Alfredo Maiolese
“La mia vita è stata costellata da segni del cielo”

Italiano lui, Siriana lei. Entrambi musulmani ma, ci tiene a sottolineare Alfredo Maiolese, 39 anni, tributarista, «all’Islam mi ero convertito prima di sposarla». La moglie si chiama Rasha, 28 anni, di Aleppo, responsabile dell’ufficio visti di un consolato arabo.

Il fatidico «si» lo hanno pronunciato il 10 settembre del 2000, nella moschea di via Padova. E, da allora, sempre rose e fiori e due splendidi bimbi: Amir, 4 anni e Laila, 3 mesi.

«La mia vita – ricorda Alfredo – è stata costellata da segni del cielo. Le scuole elementari dalle suore, le superiori dai sacerdoti.

E, dopo l’università, la svolta religiosa, quando ho conosciuto un principe dell’Arabia Saudita. Mi spiegò cos’era l’Islam e quando lo vidi pregare, rimasi colpito e divenni un fedele di Allah».
A 34 anni Alfredo confida ad un amico siriano che ha intenzione di sposarsi e così gli presenta sua cugina Rasha.

«Andai a casa dei suoi e, appena mi vide, mi disse che sarei diventato suo marito. E così è stato».

Con lei Alfredo ha imparato l’arabo ma ha cambiato un po’ i gusti alimentari. La domenica, poi, niente calcio ma solo parenti e tanta festa.

«Da lei ho imparato anche la saggezza e ad avere pazienza. Sono innamoratissimo».

La prima volta che digiunai ricordo fui emozionato dal riassaporare il cibo al tramonto, dopo una sola giornata di privazione.

Provai certo gioia a nutrirmi, ma mi resi conto, cosa significasse  non avere da mangiare.

Nella nostra società consumistica, grazie a Dio,non c’è mancanza di cibo, ma  ci si è dimenticati delle sofferenze, di chi oggi, (es. terzo mondo) tornando a casa -ammesso che abbia un tetto- non abbia nulla da che sopravvivere.

Nell’Islam,il musulmano non adora il Profeta Muhammed(pace e benedizione su di lui), ma solo ed esclusivamente Dio, il quale, invita specialmente in questo mese, alla carità ad assistere i più bisognosi e ad effettuare numerose elargizioni ed elemosine.

Nel  mio primo viaggio da musulmano a Mecca in Arabia Saudita, mi trovai sull’aereo nel periodo di Ramadan , e rimasi stupito quando il capitano  annunciava a bordo , il tramonto e quindi la possibilità di mangiare.

Le hostess, ma ,soprattutto, i compagni di viaggio ,gareggiavano nel darmi dei datteri, del tè, dei dolci.

Persone sconosciute che si prendevano cura di me, disinteressatamente. Erano emozioni ,che avevo perduto e le lacrime scesero sul mio viso, avevo capito cos’era la fratellanza. 
Il mese di Ramadan è il nono mese dell’anno lunare islamico, composto di 12 mesi lunari (29 o 30 giorni ciascuno) per un totale di 354 o 355 giorni. Ogni anno, noi musulmani lo festeggiamo circa 11 giorni prima ,rispetto all’anno precedente.

E’ il mese in cui è sceso il Santo Corano, in cui l’Arcangelo Gabriele si presentava  al nostro profeta Muhammed ( che la pace sia su di Lui) e lo invitava a leggere. Ikra gli disse. Leggi! Leggi nel nome del Tuo Signore che ha creato l’uomo da una aderenza….Leggi…

Il Profeta illetterato iniziò a leggere  ricevendo  la rivelazione divina durante i successivi  23 anni da quel giorno Il mese di Ramadan, per noi un mese sacro, è il mese del digiuno che è uno dei cinque pilastri della religione islamica, il mese della completa sottomissione a Dio, il mese della pazienza, della perseveranza, e della moltiplicazione  nel compimento delle buoni azioni.

Chi digiuna una giornata per amore di Dio sarà allontanato dal fuoco dell’inferno della distanza che si percorre in settant’anni.

Digiunare durante il mese di Ramadan è un obbligo , e il digiuno  era imposto a tutte le comunità religiose (anche per ebrei e cristiani):

“Oh, voi che credete, vi è prescritto il digiuno, come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto”.  [Corano 2:183]

Il digiuno, in questo mese è  obbligatorio per tutti i musulmani tranne che per alcune categorie di persone.

Per legge sono esenti dal digiuno i minorenni, i vecchi, i malati di mente, i malati cronici, i viaggiatori, le donne in stato di gravidanza o che allattano, le persone in età avanzata, nel caso che il digiuno possa comportare un rischio per loro.

In questo mese, i credenti si radunano al tramonto e mangiando un dattero e bevendo dell’acqua come la tradizione vuole, rompono il digiuno ringraziando, Iddio l’Altissimo, per la forza interiore,accordata nel resistere dal non bere e non mangiare dall’alba al tramonto, pronunciando la seguente formula:

“O  Dio per te ho digiunato e in Tuo nome lo rompo”.In questo momento l’invocazione del credente sarà esaudita.

Spero che in questo mese sacro, la mia comunità sia più vicino a Dio e alle persone con le quali vivono e lavorano.

Auguri di Buon Ramadan ed un invito a tutte le religioni a festeggiare il giorno di fine Ramadan -l’Aiddove si potrà  mangiare ,stare insieme e conoscerci per rafforzare un cammino di pace e reciproca solidarietà.

Alfredo Maiolese – Ambasciatore per la Lega Araba del Parlamento Mondiale degli Stati per la Sicurezza a Pace.

la fonte:

www.huda.it

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