Donne si sono convertiti all'isalm

leggendo il Corano ,qualcosa nel mio cuore diverso inspiegabile a parole mi portava verso l’Islam

 

Aysha Barbara ِAlterio”2″

leggendo il Corano ,qualcosa nel mio cuore diverso inspiegabile a parole mi portava verso l’Islam

Certo, non potevo  decidere di “ritornare” all’Islam solo sulle basi di queste cose, poiché questo, nel mio caso,  ne aveva solo segnato un “punto a favore”, e non era sufficiente per farmi affermare che io ero una musulmana.

Sono quindi passata allo studio della storia della religione cristiana, dalla morte di Cristo fino all’età moderna,  e a quello della storia del popolo ebraico, da Mosè ai giorni nostri,  sia sui testi storici  che sui Testi Sacri integrando con ricerche personali, ho letto testi sulla vita del Profeta Muhammad (sas), fatto ricerche nel contesto politico-sociale delle tribù arabe dal politeismo in poi.

E ancora Torah, Vangeli, al Qur’an e bibbia.

Ad un certo punto sentivo che nei principi fondamentali e nelle Sacre Scritture non vi erano, come già detto, differenze sostanziali; Elohim, Dio e Allah è sempre l’UNICO stesso DIO.Ma mi accorgevo  che leggendo il Corano qualcosa nel mio cuore era diverso, una sensazione ed una emozione che sentivo portarmi verso l’Islam, inspiegabile a parole…

Certo, riconoscendo il Corano come Libro di Dio, allora il “ritorno” all’Islam era compiuto, verrebbe da dire, ma per quello che mi riguardava, ero in uno stato di confusione incredibile, anche per una sorta di “abitudine affettiva” nei confronti del cristianesimo: la religione dei miei genitori, della mia famiglia, dei miei figli, amici e parenti. E se mi fossi sbagliata?

Non mi restava che affidarmi a Dio, chiedere a Lui di illuminare il mio cammino, di inviarmi un segno tangibile su ciò che avrei dovuto fare.  Sono stati due anni di continue preghiere, invocazioni, avevo bisogno di essere guidata.

Allahu Akbar. Dio è grande e Misericordioso.

Sempre di più sentivo che l’Islam era la mia strada, ma mi mancava il coraggio, forse, di fare il passo definitivo, e non ero poi così sicura di avere ben interpretato i segni che Dio mi aveva inviato.

Durante l’ultimo Ramadan, (come quello passato), ho osservato il digiuno,  ma questa volta più che mai le mie preghiere insistevano sull’essere guidata, e, dopo aver ricevuto quelli che alla luce odierna leggo come “segni evidenti” del suo volere, ma che io ritenevo all’epoca non essere ancora sufficienti, il  giorno dell’ Aid el Fitr ( la festa dell’Aid con la quale si conclude il mese di Ramadan), mentre mi recavo in centro città, mi sono ritrovata esattamente dalla parte opposta di dove dovevo andare.

Dopo aver deciso di parcheggiare, si avvicinò a me un ragazzo di colore per vendermi i soliti fazzoletti. Non so come, mi sono “sentita” chiedergli se sapeva dove fosse la moschea.

Non avevo pensato di chiederglielo, e quella domanda sorprese anche me, poiché avevo aperto bocca solo per dire che non avevo bisogno di nulla.

Eppure……mi ritrovai in moschea e chiesi di poter recitare la Shahada, (il credo islamico), recitando il quale  si ritorna all’Islam.

Ritengo di essere stata letteralmente “portata”, trasportata  da quello che amo ritenere il volere di Dio, una forza superiore, anche perché io stessa mentre seguivo quel ragazzo che mi accompagnava, mi sentivo come sospinta: ero come un burattino nelle mani di qualcuno che muovesse i miei fili.  Da almeno due anni chiedevo di essere “guidata”, e così è stato.

Nessuno potrà mai comprendere le mie emozioni durante la recita della Shahada, nessuno mai potrà capire cosa significhi per me essere musulmana: sentire che Dio ci ha chiamati all’Islam è una cosa meravigliosa, e solo ora, le mie passate inquietudini sono ormai lontane da me.

Cinque mesi fa ho intrapreso il mio cammino verso l’Islam, e tutte le mie paure legate al fatto di dover affrontare tutti i problemi con i miei genitori, fratelli, suoceri e marito sono svanite, perché Dio ne ha reso loro facile l’accettazione, se pur con forti divergenze, ma non con battaglie.

Se Dio ci chiama, sa di doverci rendere le cose possibili.

Io non sono niente senza Dio,  e so di dover imparare tanto sull’Islam, e di doverne capire altrettanto, so di essere come un granellino di sabbia in un grande deserto, ma con l’aiuto di Dio, se Dio vuole, potrò forse un giorno, essere degna del suo perdono.

Il mio cammino verso l’Islam è appena iniziato.

Aysha Barbara Alterio « 1 »

La fonte:

www.huda.it

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