Donne si sono convertiti all'isalm

Catherine Heseltine “L’Islam mi ha dato una guida ed un fine.”

Catherine Heseltine

L’Islam mi ha dato una guida ed un fine.”

“Se mi aveste chiesto all’eta’ di 16 anni, se mi fossi mai interessato diventare musulmana, avrei risposto:”No, grazie” Ero troppo felice di bere, partecipare a festini varii ed avere i miei amici.

Sono cresciuta nella Londra del Nord, non abbiamo mai praticato la religione a casa; ho sempre pensato fosse una cosa fuori moda e irrilevante. Ma quando incontrai quello che poi divenne il mio promesso, Syed, alla sesta classe, egli sfido’ tutti i miei preconcetti.

Era giovane, musulmano, credente in Dio, eppure era normale. L’unica differenza era che egli, a differenza di tutti gli altri adolescenti, non beveva.


Un anno dopo, avevamo perso la testa l’uno per l’altra, ma ci chiedemmo subito: come avremmo potuto continuare a restare insieme se lui era musulmano ed io no?
Prima di incontrare Syed, non mi ero mai chiesta veramente in cosa credessi; mi definivo agnostica casuale per osmosi.

Dunque iniziai a leggere alcuni libri sull’Islam giusto per curiosita’. All’inizio, il Corano mi prese a livello intellettuale; l’aspetto emotivo e spirituale non arrivo’ subito. Amavo le spiegazioni del mondo naturale e scopri’ che ben 1500 anni fa l’Islam sanciva diritti alle donne che quest’ultime non hanno conquistato nella societa’ occidentale fino a tempi recenti. Fu una rivelazione.
La religione non era esattamente una cosa “leggera” di cui parlare, dunque per tre anni tenni il mio interesse per l’Islam soltanto per me stessa.
Ma durante il mio primo anno di universita’, Syed ed io decidemmo di sposarci, dunque capii che era tempo di parlarne ai miei genitori.

La reazione iniziale di mia madre fu:” Non potreste andare soltanto a vivere insieme all’inizio?” Ella era preoccupata che stessi affrettando il mio matrominio e di conseguenza precipitando verso il ruolo della donna nella famiglia musulmana; nessuno capi’ quanto seriamente stavo prendendo la mia conversione religiosa.

Mi ricordo di uscire per cena con mio padre, che mi esortava:”Dai su, bevi un bicchiere di vino, non lo diro’ a Syed!” Molte persone davano per certo che mi stavo convertendo all’Islam per rendere la mia famiglia felice, non perche’ ci credessi.
Piu’ tardi nel corso dello stesso anno, festeggiammo con un bella cerimonia bengali, ed andammo a vivere in un appartamento insieme, ma non ero certo incatenata al lavandino della cucina.

Non indossavo ancora l’hijab, indossavo una bandana oppure un cappelino per iniziare.
Ero solita attirare molto l’attenzione di ragazzi quando frequentavo discoteche, bar, dovetti lasciar andare.

Gradualmente adottai la mentalita’ islamica, desideravo che la gente mi giudicasse per la mia intelligenza e il mio carattere, non per quelo che apparivo. Stavo diventando piu’ forte.
Non avevo mai fatto parte di una minoranza religiosa prima, dunque era un grande cambiameto, ma i miei amici erano molto comprensivi.

Alcuni erano rimasti scioccati:”Che cosa? Niente bere, niente droghe, niente sesso? Io non ce la farei!” E ci volle un po’ di tempo per i miei amici maschietti all’universita’ di ricordarsi di non darmi il bacetto sulla guancia quando ci si incontrava. Dovevo dire:”Mi dispiace, e’ una regola musulmana”.
Col tempo divenni piu’ praticante di mio marito. Iniziammo a dividerci anche in altri campi. Alla fine penso che la responsabilita’ del matrimonio era troppo per lui; divenne distante e disinteressato. Dopo sette anni insieme, decisi di divorziare.


Quando ritornai a vivere con i miei, la gente era molto stupita che io indossassi ancora l’hijab. Ma stavo rafforzando la mia fede: inizia ad acquisire un senso di me stessa come musulmana, indipendentemente da lui. L’Islam mi ha dato una guida ed un fine.

Sono impegnata con la Commissione Musulmana degli Affari Pubblici, e conduco campagne contro l’islamofobia, e la discriminazione contro le donne nelle moschee, la poverta’ e la situazione in Palestina. Quando la gente ci definisce ”estremisti” o “la parte vulnerabile oscura della politica inglese” penso sia ridicolo.

Ci sono tanti problemi nella comunita’ musulmana, ma quando la gente si sente sotto assedio, il progresso e’ ancora piu’ difficile.
Mi sento ancora di far parte della societa’ bianca inglese, ma sono anche musulmana. C’e’ voluto un po’ di tempo per far coesistere queste due identita’ , ma adesso mi sento molto piu’ sicura essendo chi sono.

Faccio parte di entrambe queste realta’ e nessuno potra’ strapparmi questo senso di appartenenza.”

Catherine Heseltine

Maestra materna, 31, Nord Londra

La fonte :

io-musulmana-italiana.blogspot.com

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