Uomini si sono convertiti all'isalm

Massimo Cazzolino “Abd Allah”dalla cattolica all’islam

Massimo Cazzolino “Abd Allah”dalla cattolica all’islam

Massimo Cazzolino “Abd Allah”, 38 anni, si è avvicinato all’Islam dopo un approfondimento del Corano e dell’Aqueeda (fede), adesso lui è il direttore della moschea di Piazza Mercato

La conversione è avvenuta nel 1997, è stato un cammino di ricerca ed approfondimento che ho seguito inizialmente spinto solo dal desiderio di conoscere gli “ultimi”, ossia i tanti immigrati arrivati in Terra di Lavoro in quegli anni.

In quel periodo ci fu la vicenda di Gerry Masslo, un rifugiato sudafricano assassinato da una banda di criminali, la cui vicenda personale emozionò profondamente l’opinione pubblica e portò ad una riforma della normativa per il riconoscimento dello status di rifugiato.

Avendo vissuto e lavorato in quell’area,oggi tristemente nota per fatti legati alla criminalità organizzata, sono stato a contatto diretto con la realtà degli emarginati ancor prima della mia conversione.

Parlando con loro, mi accorgevo che per alcuni di essi si trattava di un esilio politico ed è iniziato un confronto quotidiano che mi ha portato ad approfondire anche l’Islam.

In particolare, con uno di essi, un algerino laureato in Sharia, iniziò questo confronto dialettico non per fini di proselitismo ma semplicemente per un desiderio di reciproca conoscenza, di confronto libero ed aperto volto a rendere il rapporto di amicizia maggiormente consolidato.

Questa mia non paura dell’ “altro”, mi ha portato a scoprire un mondo a quei tempi totalmente sconosciuto a causa di una sorta di chiusura culturale verso l’oriente e l’Islam in particolare.

La mia formazione francescana, ha influito certamente sul mio percorso. Mi ha spinto ad indagare determinati aspetti mediante il confronto con l’altro ponendo l’alterità al centro del mio obiettivo e della mia crescita personale.

All’inizio è stata una sorta di curiosità che, successivamente, si è evoluta sino ad indurmi al salto di fede che mi ha portato a riabbracciare l’Islam.

All’inizio ho vissuto la mia conversione in modo silenzioso, facendo in modo che questa non risultasse limitante nel rapporto con gli altri.

In famiglia la mia scelta ha suscitato una certa inquietudine nei miei genitori che, allora, temevano questa mia decisione pur ritenendo che tutto fosse riconducibile ad una fascinazione temporanea.

C’erano critiche verso forme ritenute “arcaiche”ma poi, pian, piano hanno capito che la mia scelta scaturiva dal mio Io più profondo ed era dettata dal cuore, dal rapporto stabilito con la trascendenza.

Tutto questo con il tempo è stato compreso ed accettato. Ricordo ancora una circostanza sintomatica dell’ignoranza in cui era avvolto l’Islam anni addietro.

Durante il servizio militare, la semplice richiesta di poter effettuare le preghiere all’alba ed al tramonto, risultò un qualcosa di strano tanto che il comandante mi chiese se ero disposto a svolgere il servizio.

In sostanza, l’appartenenza ad una religione fu interpretata come qualcosa che potesse pregiudicare la fedeltà ad una patria, una sorta di obiezione di coscienza.

Purtroppo, era la visione che si aveva ed in alcuni casi ancora si ha di un certo fenomeno ed ho dovuto combattere contro luoghi comuni e pregiudizi.

Nella comunità islamica la conversione è sempre vista con gioia e felicità. C’è stata subito una calorosa accoglienza. Ho ricoperto ruoli di responsabilità al suo interno. In essa vi è una molteplicità di culture che si sovrappongono.

Non nego che all’inizio ci siano state delle forme di resistenza anche perché non veniva accettata l’idea che un italiano potesse avere un ruolo di responsabilità, quasi fossimo dei musulmani di serie b rispetto a quelli di nascita.

Tuttavia, con il tempo si è avuta la possibilità di superare tutto questo ed adesso c’è la più totale integrazione, confronto e dialogo.

La fonte :

www.r-islam.com

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