ASTRONOMIA – LUCE E MOVIMENTO
ASTRONOMIA – LUCE E MOVIMENTO
Quando descrivo i dettagli che il Corano contiene a proposito di certi punti dell’astronomia agli Occidentali, è inusuale per qualcuno non replicare che non c’è nulla di speciale in questo, considerando che gli Arabi fecero importanti scoperte in questo campo molto prima degli Europei.
Questa è, infatti, un’idea curiosamente erronea risultante da un’ignoranza della storia… In primo luogo la scienza è stata sviluppata nei paesi Arabi in un periodo considerabilmente posteriore alla rivelazione coranica; in secondo luogo la conoscenza scientifica prevalente all’apogeo della civiltà islamica non avrebbe reso possibile ad un essere umano l’aver scritto affermazioni sui cieli paragonabili a quelle del Corano.
Una volta di più, l’argomento è così esteso che posso solo trattarlo a larghi tratti.
Mentre la Bibbia parla del sole e della luna come di due corpi luminosi che differiscono nelle dimensioni, il Corano fa distinzione tra i due con l’uso di diversi epiteti: luce (nur) per la luna, torcia (siraj) per il sole.
Il primo è un corpo inerte che riflette luce, il secondo una formazione celeste in uno stato di permanente combustione, ed una fonte di luce e di calore.
La parola ‘stella’ (najm) è accompagnata da un’altra parola qualificante che indica che essa brucia e si auto-consuma quando penetra attraverso le ombre della notte: è la parola thakib.
Nel Corano, il kawkab sembra sicuramente indicare i pianeti, che sono formazioni celesti che riflettono e non producono luce come il sole.
Oggi è noto come l’organizzazione celeste sia equilibrata dalla posizione delle stelle in un’orbita definita e dall’interazione delle forze gravitazionali in relazione alla loro massa e velocità di movimento, ognuna con il suo proprio moto.
Ma questo non è altro che ciò che il Corano descrive, in termini che divengono comprensibili ai nostri giorni, quando menziona la fondazione di questo equilibrio nella surah Al Anbiya’ “Egli è Colui Che ha creato la notte e il giorno, il sole e la luna: ciascuno naviga nella sua orbita.”[ Corano 21:33].
La parola Araba che esprime questo movimento è un verbo: sabaha (yasbahun nel testo); essa implica l’idea di un moto proveniente da ogni corpo vivente, sia esso il movimento delle gambe di qualcuno che corre sul terreno o l’azione del nuotare nell’acqua.
Nel caso di un corpo celeste, si è obbligati a tradurlo nel significato originale, che è ‘viaggiare con un moto proprio’.
La descrizione della sequenza della notte e del giorno sarebbe, di per se stessa, un luogo comune, se non fosse per il fatto che, nel Corano, essa viene espressa in termini che oggi sono altamente significativi.
Questo perchè usa il verbo kawwara nella surah Al Zumar per descrivere il modo in cui la notte ‘si attorciglia’ o ‘si avvolg È attorno al dì ed il dì attorno alla notte, proprio come, nel significato originale del verbo, un turbante viene avvolto attorno alla testa Allah dice : “Ha creato i cieli e la terra in tutta verità. Arrotola la notte sul giorno e il giorno sulla notte, e il sole e la luna ha costretto [a orbitare] fino ad un termine stabilito. Non è forse Lui l’Eccelso, il Perdonatore?”. [Corano39:5].
Questo è un paragone totalmente valido; eppure, al tempo in cui il Corano fu rivelato, i dati necessari per ricavarlo erano sconosciuti.
L’evoluzione dei cieli e la nozione di un posto fisso per il Sole sono anch’esse descritte. Esse sono in accordo con idee moderne accuratamente dettagliate. Sembra che il Corano abbia fatto allusione anche all’espansione dell’universo.
C’è anche la conquista dello spazio. Questa è stata intrapresa grazie al notevole progresso tecnologico ed ha prodotto come risultato il viaggio dell’uomo sulla luna. Ma sicuramente è questa conquista che ci viene in mente quando leggiamo nella surah Al Rahman
“O consesso dei dèmoni e degli uomini, se potrete varcare i limiti dei cieli e della terra, fatelo. Non fuggirete senza un’autorità [proveniente da Allah]”. [Corano 55:33]
Questo potere viene dall’Onnipotente, e l’argomento dell’intera surah è un invito a riconoscere la Beneficenza di Dio nei confronti dell’uomo.
La fonte:
lmticino.blogspot.com