Il Corano ordina di picchiare le donne?
ll Corano ordina di picchiare le donne?
DOMANDA: I detrattori dell’Islâm si riferiscono spesso, per attaccare il Sublime Corano, ad un passaggio del versetto 34 della Sûrah an-Nisâ’ (Le Donne), che
dice:
“…Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande” (Corano 4 :34)
Certamente si potrebbe chiarire il senso e la portata reale di questo passaggio coranico.
RISPOSTA:
La prima cosa sulla quale vorrei insistere, è che il Libro di Allah non dice in nessun caso ai credenti di abbandonare il letto coniugale quando ne hanno voglia, né di picchiare le loro mogli quando ne hanno voglia.
Affermare il contrario è una calunnia sul Libro di Allah.
Il Corano ci dice chiaramente a proposito dell’attitudine da adottare nei confronti delle spose:
“…Comportatevi verso di loro convenientemente. Se provate avversione nei loro confronti, può darsi che abbiate avversione per qualcosa in cui Allah ha riposto un grande bene” (Corano 4 : 19)
Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) disse d’altra parte: “
Il credente non deve detestare la credente; se qualcosa in lei non gli piace, vi sarà qualcos’altro in lei che gli piacerà”
Il Sublime Corano, evocando i legami intimi tra gli sposi, dice ancora:
“…esse sono una veste per voi e voi siete una veste per loro…” (Corano 2 : 187)
Il Profeta (pace e benedizione su di lui ) d’altronde confermò le parole del Compagno Salmân al-Farsî (che Allah sia soddisfatto di lui) che aveva detto ad Abu ad-Dardâ (che Allah sia soddisfatto di lui):
“Sappi che Allah ha dei diritti su di te, che il tuo “nafs” (la tua persona) ha dei diritti su di te e che la tua sposa ha dei diritti su di te; allora dà a ciascuno di essi il suo diritto” (gli aveva detto ciò quando, col pretesto di avvicinarsi al suo Signore, Abu ad-Dardâ’ (che Allah sia soddisfatto di lui) aveva trascurato la
parte di sua moglie, al punto tale che essa se ne era lamentata dicendo che egli non aveva più desiderio per i beni di questa vita – hadîth riportato da
Bukhârî e altri)
Tale è il tenore dei Testi Sacri dell’Islâm riguardo il comportamento abituale che dovrebbe avere il marito musulmano nei confronti della sua sposa e
viceversa.
A dire il vero, così come l’Islâm responsabilizza l’uomo, responsabilizza anche la donna, essendo noto che entrambi si troveranno in presenza di Allah
l’Onnipotente nel Giorno del Giudizio e che entrambi dovranno rendere conto dei loro comportamenti.
Perciò, così come l’uomo deve rispettare i diritti che la sua sposa ha su di lui, anche la sua sposa deve osservare i diritti che il marito ha su di lei.
Allah (Gloria a Lui, l’Altissimo) dice in effetti:
“…Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini…” (Corano2 :228)
Così, né l’uomo né la donna sono autorizzati a venire meno ai diritti del loro congiunto.
Tale è la regola generale dell’Islâm. E, a questo titolo, l’uomo non ha affatto il diritto di alzare le mani su sua moglie, perché ciò è contrario al comportamento conveniente citato nel Corano.
Ma, se la moglie si dimostra “Nâshizah” (ribelle) nei confronti del marito, che cosa può fare quest’ultimo, dato che anche lui ha degli obblighi e che ciascuno sarà giudicato secondo le proprie azioni, e non secondo le azioni altrui?
… Allah (Gloria a Lui, l’Altissimo) dice nel Sublime Corano:
.« Aiutatevi l’un l’altro in carità e pietà e non sostenetevi nel peccato e nella trasgressione. » (Corano 5 : 2)
Cosa può dunque fare il marito in questo caso? Venire meno ai suoi doveri?
Nel versetto 34 della Sûrah 4, Allah (Gloria a Lui, l’Altissimo) esprime chiaramente che il marito non è affatto dispensato dai suoi doveri, che ha sempre un mezzo per correggere questa situazione, ricorrendo alla “maw’idha” (l’esortazione),
ma che non ha il diritto né di abbandonare il letto coniugale, né di alzare nemmeno un dito (per picchiare).
Il versetto in questione dice infatti:
“…Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione..” (Corano 4 :34)
Poi, se l’esortazione non dà frutti e la sposa continua ad intestardirsi, allora Allah (Gloria a Lui, l’Altissimo) autorizza lo sposo a venire meno ad uno dei suoi doveri, non condividendo il letto coniugale con lei, il versetto dice:
« …lasciatele sole nei loro letti… » (Corano 4 :34)
e ciò, come hanno ben compreso i sapienti, dormendo nella stessa camera e non altrove, perché, finché gli sposi sono insieme, le cose potrebbero sistemarsi.
Allah (Gloria a Lui, l’Altissimo) dice a proposito della ‘iddah (periodo di attesa) del talâq (divorzio) che non bisogna mai cacciare la sposa durante questo periodo dal suo domicilio, per la ragione da Lui Stesso data:
“…Tu non sai: forse in questo periodo Allah farà succedere qualcosa” (Corano 65 : 1)
Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui), così come riferisce la Sunnah, aveva già fatto ricorso a questa seconda fase, e ciò per un mese, finché i versetti della Sûrah “Al-Ahzâb” rivolti alle sue spose furono rivelati:
essi proponevano loro di scegliere se restare con il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui), correggendo conseguentemente il loro comportamento, oppure optare per il divorzio.
Poi, se – malgrado tutto ciò – questa fase non conduce ad alcuna soluzione, ciò significa che siamo dinanzi ad una situazione molto delicata… In effetti, la rottura (“shiqâq”) non è lontana ed è la donna ad esserne la causa, in questo caso. Cosa fare allora?
Il versetto prosegue:
« … battetele… »
per sapere cosa significa « … battetele… » aspettate la seconda parte !!!
la fonte :
Musulmane et fière de l’être