Storie dei famosi

la figlia del miliardario britannico Sir James Goldsmith.

 

 

Jemima GOLDSMITH [Haiqa Goldsmith coniugata KHAN] Figlia del miliardario britannico Sir James Goldsmith.

Alla ricerca della spiritualità, senza un credo religioso, padre ebreo, madre protestante. Sorprese i media occidentali ed il “Jet Set” internazionale, sposandosi, nel Maggio del 1995, con il pakistano Imran KHAN, ex campione di criket.

Si era convertita nel Febbraio 1995. “I media mi presentano come una stupida ingenua di 21 anni, che ha preso una decisione affrettatamente, senza valutarne le conseguenze, ossia: condannarsi di fatto ad una interminabile vita di sottomissione e clausura miserabile.

La realtà è un… tantino differente. Contrariamente a questa opinione veicolata dai media, la decisione di convertirmi all’Islam, fu interamente, una mia propria scelta, e soprattutto una decisione ponderata.

Per me, tutto è iniziato nel Luglio del 1994; avevo studiato profondamente il Corano e i saggi di diversi dotti musulmani, Gai EATON, il presidente bosniaco Alijah Izetbegovic, Mohammad Asad; questo mi ha dunque lasciato largamente il tempo di meditare e riflettere prima di qualunque decisione. E in effetti, ciò che iniziò come una semplice curiosità intellettuale, è maturata nella certezza dell’universalità ed eterna verità dell’Islam.

 

Una precisazione importante: la mia conversione non è mai stata una pre-richiesta al mio matrimonio. Lo respingo con forza e convinzione. Il Corano è molto esplicito su questo, ad un musulmano è permesso di sposarsi con “le Genti del Libro”, vale a dire ebrei e cristiani.

Penso che le radici del male, concernenti questa ostilità verso la mia conversione ed il mio matrimonio, è l’enorme abisso che esiste tra la visione occidentale caricaturale dell’Islam e la realtà. Ho visitato il Pakistan più volte l’anno scorso, ed ho studiato il Corano e la Sunna, posso quindi giudicare la teoria e la pratica.

Confermo che alcune società islamiche abusano delle donne, come d’altra parte fanno altre società, ma nell’Islam, la nozione così importante della cellula familiare e del ruolo della donna, ha un posto vitale.

 

In rapporto a ciò che ho perduto islamizzandomi, leggendo la stampa, sembrerebbe che la felicità, per la donna occidentale riposi essenzialmente sulle uscite nei locali, l’alcool e i vestiti attillati. E l’assenza di questo tipo di libertà e di lusso nella società islamica è percepito come un ostacolo alla libertà della donna.

Ciò nonostante, come noi tutti sappiamo, queste frivolezze e futilità non hanno niente a che vedere con la vera felicità. In fine, mi sembra ridicolo che la stampa speculi sulle possibilità di successo del mio matrimonio.

Giacchè, quando io vedo che, in una società basata sulla vita della famiglia, il tasso di divorzio non è che un’infima frazione di quello dell’Europa o degli Stati Uniti, non vedo perchè le mie possibilità di un matrimonio felice sarebbero meno se avessi scelto di sposare un occidentale.”

 

[Estratto da “Perche’ ho scelto l’Islam” di Jemima Goldsmith, Londra. Sunday Telegraph del 28 Maggio 1995].

 

 

la fonte

islamhouse

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