Fraintendimenti sull'Islam

Il diritto della donna all’eredità ” seconda parte e ultima “

Il diritto della donna all’eredità ” seconda parte e ultima”

In realta , la Sciaria islamica è diversa da tutti gli altri sistemi di successione esistenti in cui in generale il padre si disimpegna nei confronti della figlia che viene quindi a trovarsi nell’obbligo di mantenersi con i propri mezzi. La figlia nell’islam è invece presa a carico dal padre fino al suo matrimonio.

Col matrimonio viene presa a carico dal marito ed infine, se le viene a mancare il marito, essa viene obbligatoriamente presa a carico dai figli.

Le leggi che assegnano una parte uguale all’uomo e alla donna assegnano ad entrambi ed allo stesso titolo carichi ed obblighi finanziari.

Rivendicare che la donna abbia la stessa parte dell’uomo nell’eredità  senza esigere che lei sopporti gli obblighi e carichi finanziari che ne conseguono, rappresenta una forma di ingiustizia e d’iniquità  nei confronti dell’uomo, che la sciaria islamica non può in alcun modo ammettere.

É dunque giustissimo ed equo che quando si favorisce l’uomo nell’eredità , che la donna venga dispensata dagli obblighi e carichi finanziari e dalle spese di mantenimento e di educazione dei figli.

Ed è uno dei segni della grandezza e saggezza dell’islam che si onori la donna esentandola da tutte le spese e da tutti gli obblighi e responsabilità , mettendole sulle spalle dell’uomo senza comunque privare la donna dall’eredità , permettendole la metà  della parte che spetta all’uomo.

Ciò non costituisce una dimostrazione di giustizia ed equita ?

Bisogna anche indicare che la Sciaria islamica prevede per ognuno, maschio o femmina la sua parte di eredita , e nessuno può negargliene il diritto.

Così il nobile messaggero di Allah ha potuto preservare tramite le sue istruzioni e le sue raccomandazioni i diritti della donna ad una vita di dignità  e di decenza. Ricordiamo inoltre che il prezzo del sangue ed ogni altro obbligo finanziario destinato alla espiazione dei delitti, sono esclusivamente a carico degli uomini.

Per questo, la parte di beni di cui uno può disporre liberamente nel testamento è stata deliberatamente limitata al massimo al terzo; al di là  di questa quota si rischia di privare gli aventi diritto all’eredità  della parte che loro spetta.

Il testamento nell’Isalm:

Amr Ibn Saad Allah sia soddisfatto di lui- disse:

“Il Profeta venne a rendermi visita essendo ammalato a Mecca; gli dissi: “Ho del denaro, posso disporlo tutto in beneficienza ? Mi disse “No!” “Allora la meta “, gli dissi. Mi disse ancora ” No” Dissi allora: “Allora un terzo” Mi disse “Un terzo e un terzo è anche troppo; meglio lasciare ricchi i tuoi eredi, invece di lasciarli poveri costretti a chiedere l’elemosina; ogni spesa che fai è una carità  per te non fosse altro che un boccone che metti in bocca a tua moglie; può darsi che Allah ti ridia la salute: sarà  a favore di alcuni e a scapito di altri.” (Bukhari n° 1233)

Allah insiste sulla necessità  di non danneggiare gli eredi, precisando nel Corano

“…dopo aver dato seguito al testamento e [pagato] i debiti senza far torto [a nessuno]. Questo è il comando di Allah. Allah è sapiente, saggio. “[Corano 4:12]

Ogni legislazione sull’eredità deve salvaguardare sia il diritto individuale di disporre liberamente dei propri beni, che il diritto della collettività nei confronti dei beni di ciascuno in quanto membro di questa stessa società.

È così che l’Islâm è stato indotto a prendere due attitudini fondamentali: rendere obbligatoria la ripartizione dei beni di un defunto tra i suoi parenti stretti, e limitare la possibilità di lasciti attraverso il testamento.

Gli eredi legali non hanno bisogno di testamento: essi ereditano automaticamente, nella proporzione prescritta dalla legge, i beni dei loro parenti defunti. Il testamento è ammesso unicamente a favore di coloro che non hanno diritto di ereditare da un defunto.

C’è uguaglianza tra parenti di stesso grado: non si può dare ad un figlio (maggiore o cadetto) più che ad un altro, maggiore o minore. Così stabilito, i beni lasciati da un defunto devono essere distribuiti come segue: si prelevano inizialmente le spese di sepoltura, in secondo luogo ciò che è necessario per pagare i debiti, i creditori hanno sempre la priorità sugli eredi, in terzo luogo, si esegue il testamento nella misura in cui non ecceda il terzo di ciò che resta dopo i due primi prelievi (spese di sepoltura e debiti).

È solamente dopo queste categorie prioritarie, che viene il turno degli eredi. Il congiunto (o la congiunta), i parenti ascendenti (padre e madre) e i discendenti (figlie e figli) sono gli eredi per così dire di prima classe, poiché ereditano sempre. I fratelli e le sorelle come pure i parenti più lontani ereditano quando il defunto non abbia lasciato dei parenti più stretti. Nella nomenclatura dei parenti lontani si trovano gli zii, le zie, i cugini, i nipoti ecc.

Senza entrare in dettagli tecnici, segnaliamo certe regole di base: chi ha causato la morte di qualcuno è escluso dall’eredità della sua vittima, con ciò prevenire ogni tentazione di uccidere un ricco parente per ereditare il più presto possibile.

Il Profeta ha pure decretato di impedire l’eredità tra parenti di diversa religione, anche tra due sposi (ma allora il diritto lascia al testamento la facoltà di intervenire a favore del diseredato; il marito, per esempio, può elargire, sul letto di morte, una parte conveniente di beni a favore della moglie non-musulmana).

Nei paesi dove la legge islamica di eredità non viene applicata, ma dove il diritto di redigere testamento è riconosciuto, i musulmani possono, e devono, servirsi di questa facilità per poter far fronte al loro dovere religioso circa la disposizione dei loro beni dopo la morte.

prima parte

pubblicato da : Ahmed abdullah Hassan

La fonte :www.r-islam.com

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